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Storia delle frappe
Le frappe sono un dolce tipico italiano, diffuso soprattutto a Carnevale, le cui origini risalgono al XVI secolo.
Vediamo insieme la sua storia.
Già nel 1560, nel testo fiorentino di di Domenico Romoli detto il Panonto, “La singolare dottrina” insieme ad altre ricette e consigli alimentari, tra altre ricette di mostaccioli e biscotti, compare la prima ricetta di questo dolce. Il testo recita: “Per far Frappe, overo palle di pasta di strufoli” e vi viene descritta la preparazione delle frittelle. Una ricetta molto simile e con indicazioni più esatte circa la forma da dare a questo impasto viene pubblicata dieci anni dopo, nel 1570, da Bartolomeo Scappi nella sua “Opera”. Il celebre cuoco propone una ricetta “Per fare una pasta della quale se ne potrà fare palle & diversi altri lavorieri”: rispetto alla ricetta di Romoli è presente l'acqua di rose e il sale. Nella ricetta di Scappi viene quindi descritta una sorta di palla che veniva fritta nello strutto bollente con l'ausilio di un legnetto e infine venivano cosparse di zucchero o miele. La differenza nell'impasto delle frappe di oggi è essenzialmente nella consistenza che doveva risultare più croccante e meno friabile, mancando il burro dall'impasto.
Nel Seicento vediamo invece lo stesso dolce con il nome di flappe essere presente nel celebre L'Apicio moderno di Francesco Leonardi: “Impastate ott’oncie di farina (230 grammi circa), con due uova, un poco di butirro, un poco di sale, ed un poco di vino bianco, che la pasta sia soda una cosa giusta”. Rispetto alle ricette precedenti quindi, si aggiungono burro e vino, ingredienti guarda caso, anche presenti nelle ricette odierne. Più di duecento anni più tardi, compaiono nel 1844
le Frittelle fiamminghe nelle quali compare l’acquavite che ancora oggi viene utilizzata in alcune ricette regionali. Sempre dello stesso periodo sono i Nastrini delle monache o chiamati anche Gonfioni di Angelo Dubini e nel 1884 compare il termine frappe nel testo la cuciniera maestra. Vengono quindi chiamate dall'Artusi con il soprannome toscano Cenci, mentre nel “Il talismano della felicità” del 1927 compare il più generico Frittelline di carnevale.
La loro storia inizia nella metà del Novecento, quando i fratelli Attilio e Gino Servi, due pasticceri di Torino, decisero di creare un nuovo tipo di biscotto per la loro pasticceria. Ispirati dalle sfogliatelle napoletane, i fratelli Servi misero a punto un impasto a base di farina, zucchero, uova e burro, che poi veniva steso sottile e tagliato a forma di cordoncino. Dopo essere stati cotti in forno, i biscotti erano sistemati su un tappetino di gomma e piegati a metà, creando così la tipica forma a mezzaluna delle frappe. Il successo delle frappe fu tale che presto iniziarono a essere servite in molti caffè e pasticcerie in tutta Italia. Con il tempo, le frappe divennero un simbolo della pasticceria italiana e oggi sono presenti in molte varianti, sia dolci che salate. Le frappe sono diventate così popolari che oggi esiste persino una festa dedicata a loro: la Festa delle Frappe, che si tiene ogni anno a fine agosto a San Giovanni in Persiceto, in Emilia-Romagna. Durante questa festa, vengono preparate migliaia di frappe per gli ospiti e si svolgono sfilate di carri allegorici, spettacoli musicali e giochi per bambini.
Marco Sadori scrive di storia dell'alimentazione e degli interscambi culturali a tavola tra l'Italia e gli altri Paesi.
Ha pubblicato la raccolta di storie brevi incentrate sul cibo Racconti sottolio (con un glossario dedicato ai cibi del mondo) per Ultra edizioni e ha in corso di pubblicazione con la casa editrice Leucotea, un doppio saggio sulla Storia della cucina italiana dall'antica Roma ai giorni nostri.
Scrive articoli sui cibo e altri piaceri superflui e organizza workshop e conferenze sull'argomento.
Per collaborazioni scrivere a: irisbandb@gmail.com
o contattare il 328 27 70 147
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